ACTA perde consensi al Parlamento europeo: per il relatore va respinto

no-actaCi stiamo avvicinando a grandi passi alle battute finali del percorso per decidere se approvare o meno il trattato anticontraffazione denominato ACTA. Dopo le recenti manifestazioni che hanno interessato gran parte dell'Europa, il trattato pareva destinato a rallentare la sua corsa. Il nuovo relatore del provvedimento, David Martin, membro della Commissione per il commercio internazionale (INTA), cioè la Commissione che si occupa della materia in questione, aveva chiesto di procedere con maggiore cautela. In particolare aveva suggerito di richiedere alla Corte di Giustizia un parere di compatibilità tra ACTA e i trattati europei (e non tutte le norme comunitarie), sospendendo quindi l'iter del trattato. Martin chiedeva inoltre di elaborare una relazione intermedia per avere informazioni dettagliate dai singoli governi sulla interpretazione del trattato e la sua applicazione nei singoli Stati. Infine aveva raccomandato una consultazione con l'opinione pubblica e gli stakeholders.
Il 27 marzo la Commissione INTA ha invece respinto tali richieste: il parere della Corte non è necessario. Al relatore non rimane che il compito di stilare la raccomandazione finale.

Ma quale è l'opinione del relatore in merito al trattato?
Il 12 aprile 2012, in un meeting del gruppo dell'alleanza di Socialisti e Democratici, il secondo gruppo più corposo presente al Parlamento europeo, David Martin ha avuto l'occasione di esplicitare il suo pensiero in materia. Egli ha chiaramente ricordato che il suo ruolo come relatore è di bilanciare gli interessi in gioco, le paure e le speranza in merito ad ACTA, ha asserito che ACTA non cambierebbe le leggi della UE, ma proprio per questo non si comprende che benefici porterebbe, infatti solo una cooperazione con Stati non UE potrebbe innescare dei vantaggi, laddove la maggioranza di questi Stati non vuole nemmeno discuterne. In particolare Cina, India, Russia e Brasile, cioè i maggiori produttori di merci contraffatte, hanno sempre asserito di ritenere ACTA troppo estremo.

In conclusione egli ha asserito che le speranze non bilanciano le paure, per cui la sua raccomandazione è di non approvare ACTA ("in the end I think the hopes of ACTA are outweighed by the fears; my recommendation is that we reject ACTA").

Di seguito il presidente del partito dei Socialisti Europei (PES), Sergei Stanishev, ha dichiarato che il controverso trattato deve essere accantonato ("shelved"), precisando che ACTA non è lo strumento giusto per gli scopi che si prefigge.
All'interno del Parlamento europeo, quindi, ACTA sembra perdere consensi, anche se i numeri non sarebbero ancora sufficienti per archiviarlo per sempre, con la destra salda a suo favore.
Ovviamente la posizione delle aziende risulta sempre a difesa dell'accordo, ritenuto essenziale per la difesa dei diritti di proprietà intellettuale dell'industria, elemento tanto più necessario in quanto l'Europa scarseggia di risorse naturali. Gli artisti, invece, non hanno una visione unitaria, mentre a livello governativo, alcuni Stati, come la Polonia, la Slovenia, l'Olanda e la Bulgaria, hanno già espresso una posizione piuttosto netta contro ACTA.

Per quanto riguarda le cinque Commissioni che devono presentare dei pareri sul trattato, anche la Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) è stata molto critica. Il relatore nella bozza, infatti, propone il rigetto di ACTA. Nel testo si osserva che vi è una unificazione della tutela contro la contraffazione e la violazione del copyright e del marchi che non soddisfa le esigenze specifiche di ogni settore. Rileva inoltre una incertezza giuridica per le imprese europee, gli utenti e i provider, ed infine nota che ACTA si pone in contrasto con l'ambizione del Parlamento europeo di realizzare un percorso di rapida innovazione in ambito digitale, la cosiddetta Agenda Digitale. ACTA si troverebbe in contrapposizione con la neutralità della rete e l'accesso al mercato digitale che l'Agenda propugna. Insomma ACTA non garantirebbe un giusto equilibrio tra i diritti di proprietà intellettuale e la libertà di impresa, il diritto alla protezione dei dati personali e la libertà di informazione e di comunicazione, con espresso richiamo delle recenti pronunce della Corte di Giustizia sui casi SABAM.

Quindi il percorso rimane tracciato nel solco originario, con i tempi stabiliti. Quattro Commissioni invieranno i loro pareri alla Commissione INTA entro il 25 aprile, che li voterà l'8 maggio per poi redigere un parere finale da portare all'esame del Parlamento. Tra l'11 e il 14 giugno il Parlamento deciderà se approvare o meno ACTA. Dopo l'approvazione del Parlamento saranno i singoli Stati a dover ratificare il trattato.
Ma, se ACTA muore al Parlamento europeo, sarà accantonato per sempre.