Intercettazioni
Articoli sulla riforma della normativa in materia di intercettazioni
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Intercettazioni e bavaglio alla stampa
Il decreto di riforma della normativa sulle intercettazioni è stato già approvato alla Camera, ed è approdato in Senato. Si tratta di una legge molto discussa, se ne è parlato sia sui giornali che in televisione. In realtà di riforma delle intercettazioni già se ne parla da tempo, e questa proposta parte da lontano, anche se ha subito delle modifiche prima di approdare al Parlamento.
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DDL Intercettazioni contrario a sentenze Corte europea
Procede a tappe forzate l’iter per l’approvazione al Senato del disegno di legge sulle intercettazioni che, nonostante alcune modifiche più formali che sostanziali, mantiene tutto il suo contenuto dirompente per le indagini giudiziarie, ma anche gli aspetti negativi in materia di stampa, incidendo pesantemente sulla libertà di stampa e il diritto di informazione della pubblica opinione, nonché il comma 28 che ha un impatto devastante sui blog e siti informatici, introducendo l’obbligo della rettifica anche per il web.
Al testo iniziale, già approvato alla Camera lo scorso anno, sono state approntate alcune modifiche che, però, non mitigano l’impatto dell’impianto normativo. In particolare osserviamo che è stata ripristinata la dizione “gravi indizi di reato” invece della dizione “gravi indizi di colpevolezza”, ma collegando i “gravi indizi di reato” all’articolo 192 del c.p.p. che serve per valutare la colpevolezza a carico dell’imputato. Tale ancoraggio comporta che i “gravi indizi di reato” debbano essere intesi secondo i canoni dell’art. 192, cioè sostanzialmente dovranno essere sempre indizi di colpevolezza, riferiti alla persona, non al reato. Rientra per la finestra ciò che era uscito dalla porta! -
DDL intercettazioni e multa agli editori
Siamo alle battute finali sul DDL intercettazioni che adesso dovrebbe approdare in aula (per la seconda volta) per l’approvazione definitiva, dopo gli ultimi ritocchi. Della riforma sulle intercettazioni abbiamo già parlato, come abbiamo già evidenziato quali pericoli corre la rete internet in caso di approvazione del famigerato comma 28.
Le proteste verso questo disegno di legge si sono alzate un po’ dappertutto, addirittura il segretario di Stato americano è intervenuto nella questione, e Reporters sans frontières ha annunciato che ospiterà sul suo sito i contenuti informativi che saranno proibiti in Italia. Alcuni, anzi molti giornalisti hanno annunciato che disobbediranno alla legge in questione, continuando a fare il loro lavoro con coscienza e pensando prima di tutto al diritto dei cittadini ad una corretta informazione, ma c’è da dire che la novità degli ultimi giorni potrebbe vanificare anche eventuali atti di disobbedienza. Giornalisti e scrittori, infatti, potranno disobbedire e sfidare l’arresto, ma la legge introduce sanzioni salatissime per gli editori, fino a 460mila euro, creando un fortissimo deterrente alla pubblicazione. Nessun editore si sognerà mai di consentire la pubblicazione di atti vietati, rischiando in prima persona. Addirittura si pensa di introdurre una fattispecie di reato per gli editori, punibili quindi anche penalmente. -
Ritorna il ddl intercettazioni e il comma Ammazzablog
Puntuale come un orologio svizzero, appena sui principali giornali compaiono gli atti di indagine relativi alla solita inchiesta che svela i retroscena del potere italiano, ecco che salta fuori dal cilindro il sempreverde disegno di legge di riforma delle intercettazioni, con tutto il suo pesante carico di modifiche della normativa italiana in materia.
Di questa proposta legislativa si è già detto tanto, forse tutto, sia sul piano delle modifiche alle indagini, quindi le limitazioni alle intercettazioni, sia in relazione alle conseguenze per i giornalisti. Ma forse l'aspetto che più interessa gli internauti, ed in particolare i blogger che si occupano di informazione in rete, anche non professionale, è l'impatto che il comma 29 di questo ddl avrà sulla rete medesima. A tale proposito si deve notare che, a fronte di un'informazione in tv non sempre puntuale, meritoria appare la pubblicazione da parte di ValigiaBlu di una guida alla comprensione dei possibili effetti pratici del suddetto comma sulla rete. -
Perché è sbagliata la legge intercettazioni
Alla fine è stata approvata al Senato la legge di riforma delle intercettazioni, ottenendo critiche un po’ da tutte le parti, non solo dalla magistratura e dai giornalisti, ma anche dal popolo della rete, in quanto vi è un apposito comma che la riguarda, e dall’opinione pubblica nazionale che si è mobilitata in difesa del diritto ad una informazione completa e trasparente. A queste si sono aggiunte critiche dall’estero, prima il Dipartimento di giustizia americano, poi addirittura l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), specializzata nel controllo delle procedure democratiche in paesi a rischio autoritario, invitando l’Italia a rinunciare alla legge in questione o a modificarla sulla base degli standard europei sulla libertà di informazione e di espressione.
Secondo il segretario dell’Osce, ma non solo, la legge in questione potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo e di inchiesta. Esistono pronunce della Corte Europea dei diritti dell’uomo che stabiliscono come in un sistema democratico l’importanza di una notizia rende lecita la sua pubblicazione anche se si tratta di notizia soggetta a segreto (ma la legge in oggetto stabilisce che non sono pubblicabili nemmeno gli atti non più coperti da segreto), in quanto l’obbligo di informare i cittadini prevale, e in particolare prevale sul diritto alla privacy dei soggetti pubblici come possono essere i politici. La Corte ha sostenuto che il diritto di sapere e di essere informati è un corollario necessario dell’esercizio del controllo democratico, in quanto in democrazia i controlli istituzionali (e questo lo vediamo nelle inchieste giudiziarie che giungono sui giornali) non bastano, ma occorre il controllo diffuso di tutti i cittadini, cioè la trasparenza. -
Comma ammazza-blog: un post a Rete unificata
Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.
Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi. -
Wikipedia si censura per protesta contro l’ammazzablog
Dalle ore 19,30 di oggi, 4 ottobre 2011, Wikipedia, la nota enciclopedia online, fonte inesauribile di informazioni per tutti gli internauti, nella sua versione italiana si è autocensurata, oscurando praticamente tutte le sue voci.
Rimane visibile solo un breve comunicato che spiega il motivo di tale scelta: “in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero”. -
Lettera alla UE: protesta contro il DDL intercettazioni
Firma la petizione per denunciare all’Europa la legge bavaglio.
Al Parlamento Europeo
Alla Commissione Europea
Al Consiglio dell'Unione Europea
Personalità europee varie
Europarlamentari
L’Europa, attraverso la BCE, ci ha dato la linea di indirizzo per salvare la nostra economia. Chiediamo che, con la stessa autorevolezza, faccia rispettare la sua carta dei diritti fondamentali perché qui stiamo rischiando di perdere la libertà di stampa. Confidiamo che un ruolo delle istituzioni europee possa essere, ancora una volta, determinante, per il Paese. -
Le intercettazioni sono troppe? Facciamone di più!
Una delle argomentazioni più usate (abusate?) quando si deve discutere di intercettazioni e soprattutto convincere della necessità della loro limitazione, è il presunto eccessivo uso di tale strumento investigativo.
Quando si parla di intercettazioni immediatamente si pensa allo strumento probatorio che da anni la politica cerca di riformare (tentativo ripartito in questi giorni), ma non esistono solo le intercettazioni giudiziarie, caratterizzate dall'eseguibilità solo in presenza di "gravi indizi di reato" e utilizzabili come prova nel processo. Parliamo, infatti, delle intercettazioni "preventive", eccezionalmente ammesse dal codice per finalità di "prevenzione" dei più gravi delitti, e non utilizzabili nel processo. Sono unicamente un mezzo per orientare le indagini, una sorta di pre-indagine.