DDL intercettazioni e multa agli editori

Siamo alle battute finali sul DDL intercettazioni che adesso dovrebbe approdare in aula (per la seconda volta) per l’approvazione definitiva, dopo gli ultimi ritocchi. Della riforma sulle intercettazioni abbiamo già parlato, come abbiamo già evidenziato quali pericoli corre la rete internet in caso di approvazione del famigerato comma 28.
Le proteste verso questo disegno di legge si sono alzate un po’ dappertutto, addirittura il segretario di Stato americano è intervenuto nella questione, e Reporters sans frontières ha annunciato che ospiterà sul suo sito i contenuti informativi che saranno proibiti in Italia. Alcuni, anzi molti giornalisti hanno annunciato che disobbediranno alla legge in questione, continuando a fare il loro lavoro con coscienza e pensando prima di tutto al diritto dei cittadini ad una corretta informazione, ma c’è da dire che la novità degli ultimi giorni potrebbe vanificare anche eventuali atti di disobbedienza. Giornalisti e scrittori, infatti, potranno disobbedire e sfidare l’arresto, ma la legge introduce sanzioni salatissime per gli editori, fino a 460mila euro, creando un fortissimo deterrente alla pubblicazione. Nessun editore si sognerà mai di consentire la pubblicazione di atti vietati, rischiando in prima persona. Addirittura si pensa di introdurre una fattispecie di reato per gli editori, punibili quindi anche penalmente.

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Fino ad ora la responsabilità è sempre stata del giornalista, che redige l’articolo, e del direttore responsabile, che ne condivide la responsabilità, appunto, in base alla legge sulla stampa. Ma mai si è inteso affiancare alla responsabilità di questi due soggetti anche quella dell’editore che è colui che fornisce gli strumenti, anche finanziari, per il giornale. In tal modo si è di fatto eliminato il consolidato principio dell’autonomia della redazione rispetto alla proprietà del giornale.
In Italia si è sempre notata una certa ingerenza dell’editore nelle scelte editoriali dei giornali, ma questa nuova norma di fatto renderà impossibile per l’editore non selezionare personalmente ciò che dovrà essere pubblicato, in tal modo si impedirà al giornalista di rispondere direttamente ai cittadini, come prevede la Carta dei doveri del giornalista. Secondo tale documento il giornalista ha il dovere di informare la gente, e accetta indicazioni e direttive solo dalla redazione (quindi dal direttore responsabile in primis), ma mai dalla proprietà, dovendo essere la redazione del tutto autonoma dall’editore. Adesso non sarà più così.

Ovviamente un giornalista potrà eventualmente provare a sfidare la legge utilizzando la rete internet, aprendo un suo blog senza l’intermediazione di editori, ma in tal caso sovviene il suddetto comma 28 che lo zittirà.

Dal momento dell’approvazione del disegno di legge, quindi, in sostanza si potrà dire che una persona è stata arrestata, ma oltre ciò si potrà aggiungere ben poco. Il risultato sarà che chi ha la possibilità di andare in televisione a “difendersi”, o quanto meno a dire la propria opinione, agli occhi della pubblica opinione sarà un perseguitato dalla giustizia, mentre chi non ha né potere né soldi per sfruttare a suo vantaggio i media, finirà per essere additato come il mostro di turno.