Avevamo già discusso del fatto che le autorità USA ritengono di avere giurisdizione su tutti i domini gestiti da aziende americane, a prescindere da dove si trovino i titolari o i server del sito collegato. E questo implica che tutti i domini .com, .net, .org e .biz, essendo gestiti dall'ICANN e avendo come Registry Verisign, entrambe società americane, sono soggetti alle leggi degli USA, con ricadute anche sui titolari dei domini medesimi.
Il 28 febbraio il procuratore degli USA a Baltimora ha incriminato il canadese Calvin Ayre e altre tre cittadini canadesi per gioco d'azzardo illegale ("illegal gambling business"), confiscando altresì il nome a dominio (bodog.com) del sito con il quale operavano.
Calvin Ayre ha dichiarato di considerare questa operazione un abuso del sistema americano realizzato al fine di favorire le imprese USA, in quanto l'industria del gioco online è legale secondo il diritto internazionale.

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Senza voler entrare nel merito della questione, in breve la confisca del dominio e l'accusa contro i titolari del sito sono basate sulla violazione delle leggi dello Stato del Maryland ("which gambling business was in violation of the laws of the State of Maryland, to wit, Maryland Criminal Code Section 12-102"), come chiarisce il provvedimento del Gran Giurì che autorizza la confisca del dominio ("State means any State of the United States"). Dal medesimo provvedimento si ricava che la società Bodog opera in Canada e Costa Rica, ma il suo dominio è registrato presso l'americana Verisign, con sede in California, e quindi si conclude nel senso che, essendo probabile che il dominio in questione sia utilizzato per scopi illegali ("...is probable cause to believe that..."), va confiscato.
L'atto di accusa si concentra sui movimenti di fondi da fuori gli USA verso conti negli USA, utilizzando servizi finanziari posti negli USA e sulla circostanza che il dominio sia registrato presso Verisign, nonostante la registrazione sia stata effettuata da un cittadino canadese attraverso un Registrar canadese.
In conclusione per chiudere un sito, per confiscare il suo dominio, e per incriminare una persona, dovunque essi si trovino, agli americani appare sufficiente l'accusa di un procuratore federale oppure un provvedimento del Gran Giurì senza nemmeno passare per un provvedimento formale di un giudice, se si commette l'errore di utilizzare uno dei domini gestiti dall'ICANN e da Verisign.