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Mentre l’Italia è distratta, il lodo Bernardo è diventato legge. Prende il nome dall’onorevole Bernardo, e prevede che l’avvio di una indagine contabile, da parte della Corte dei Conti, sia subordinato ad una “specifica e precisa notizia di danno, cagionato per dolo o colpa grave”, notizia che dovrebbe venire a seguito di denunzia di danno erariale presentata dall’amministrazione competente che ha subito il danno. Il problema è che l’amministrazione che dovrebbe fare la denuncia è la stessa che ha causato il danno, o più esattamente è amministrata dalle persone che il danno lo hanno causato. Risulta, quindi, inverosimile che chi ha causato il danno possa presentare una denuncia per avviare indagini su se medesimo. Teniamo conto che il danno erariale si prescrive in 5 anni, per cui è anche difficile pensare che la denuncia possa venire da chi viene nominato a guidare l’amministrazione in oggetto in una fase successiva, nel frattempo sarebbe infatti intervenuta la prescrizione.
In sostanza si limita, se non addirittura impedisce, la possibilità di indagare da parte della magistratura contabile, cioè per poter indagare si dovranno avere già certezze sulla responsabilità. Di fatto il ruolo del PM contabile viene svuotato e trasferito al Governo.
Il risultato del lodo Bernardo sarebbe l’impossibilità di controllo preventivo o successivo, e quindi l’impossibilità di promuovere l’azione per il risarcimento dei danni causati allo Stato.
Ricordiamo che le azioni promosse dalla Corte dei Conti sono molte, ad esempio quella contro l’ex presidente della regione Sicilia, Cuffaro (condannato a 5 anni per favoreggiamento alla mafia), e quella contro l’attuale presidente, Lombardo, quest’ultima per l’assunzione di oltre 25 giornalisti dell’ufficio stampa. Queste azioni probabilmente non si potranno più proseguire, i due politici usufruiranno di questa legge, e in mancanza di una denuncia formale da parte dell’amministrazione i procedimenti contabili dovranno fermarsi.
Non solo, la Corte dei Conti potrà procedere per chiedere in risarcimento per danno all’immagine dell’amministrazione pubblica, solo dopo essere intervenuta la sentenza definitiva della giustizia ordinaria. Viene anche ridotto il numero dei reati perseguibili, ad esempio vengono esclusi il concorso esterno in associazione mafiosa (è il caso dell’ex poliziotto Bruno Contrada, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e citato a giudizio dalla magistratura contabile per risarcire 150 mila euro), la violenza sessuale e la truffa. Quindi, la Corte dei Conti non potrà più procedere contro persone dello Stato condannate per aver favorito la mafia, né contro dipendenti assenteisti.
Infine, nel lodo Bernardo è scritto che la Corte potrà perseguire il danno erariale “di uno degli organi previsti dall'articolo 114 della Costituzione o altro organismo di diritto pubblico”, cosa che significa restringere l'area dei soggetti indagabili ed eliminare municipalizzate, enti mutualistici, comunità montane, Bankitalia.
Ovviamente il lodo Bernardo si applica anche ai processi già in corso.
Secondo alcuni commentatori è una sorta di punizione per la Corte dei Conti, rea di troppe indagini verso politici, e anche del parere negativo sullo scudo fiscale.
Il lodo Bernardo pare stia già producendo i suoi effetti devastanti, molte amministrazioni, infatti, alla richiesta delle Procure della Corte dei Conti di acquisizione di atti e agli inviti a dedurre, eccepiscono la nullità della richiesta davanti alla sezione giurisdizionale della Corte per mancanza della denuncia di danno erariale.