La legge Sinde è una normativa antipirateria approvata in Spagna nel 2011 ed attuata nel corso del 2012. Questa normativa va ben oltre la Hadopi francese, consentendo al Comitato per la proprietà intellettuale, un'autorità amministrativa, di chiudere siti ritenuti dediti ad attività di pirateria o solo di favoreggiamento della pirateria, e perfino di bloccare i loro fornitori di servizi finanziari online.
La legge non prevede alcuna distinzione tra contenuti, per cui ogni contenuto a scopo di lucro o che comunque può causare danni economici al titolare dei diritti, senza necessità di provare in concreto il danno, può essere eliminato, il tutto da realizzarsi nel termine di 10 giorni dalla denuncia.
È chiaro che ogni possibile contenuto è soggetto alla normativa, compreso le cosiddette utilizzazioni libere, e la valutazione dell'illecito è di competenza esclusiva dell'autorità amministrativa.
È evidente che tale normativa si ispira chiaramente alla SOPA americana.
Ebbene, dal 21 febbraio 2012 in Spagna è partita una forma di protesta piuttosto peculiare, che ha lo scopo di evidenziare i limiti della normativa in questione. Con il coordinamento di un gruppo locale di attivisti (Hacktivistas), centinaia di siti hanno inserito una canzone oppure il link ad essa nei loro siti. Il titolare dei diritti, un noto artista spagnolo che ha sempre utilizzato licenze creative commons nonostante fosse iscritto alla SGAE (equivalente dell'italiana SIAE), nel caso specifico ha apposto una licenza con “tutti i diritti riservati” ad una canzone scritta espressamente per l'occasione, dopo di ché ha denunciato per violazione del copyright tutti i siti che riportano la canzone, oppure semplicemente un link ad essa. Ovviamente l'artista aderisce all'operazione.
Si tratta di una forma di protesta intelligente e ben pianificata, con tanto di wiki esplicativo delle fasi dell'operazione, per dimostrare non solo l'assurdità di una legge di questo tipo e le conseguenze di tipo censorio che tali norme portano con loro, ma anche l'inefficacia di queste leggi.
L'idea è, quindi, prima di tutto di sovraccaricare la Commissione con un numero elevatissimo di denunce, che dovranno ovviamente essere trattate tutte, e nell'ordine di arrivo. C'è, però, anche l'interesse a comprendere esattamente come la Commissione affronterà la questione, le modalità con le quali ci si adopererà per agire contro le violazioni, trattandosi di una normativa di fatto ancora non applicata nel concreto.
Per chi volesse partecipare, visto che la Ley Sinde consente alla Commissione di agire anche contro siti non spagnoli, basta scaricare il codice appositamente predisposto, e poi fornire i dati per consentire all'autore del brano di “irritarsi” e denunciare cumulativamente i siti coinvolti nella protesta. Sia chiaro, non si rischia l'oscuramento del sito, perché la legge prevede che la Commissione debba prima notificare la violazione e richiedere la cancellazione del contenuto protetto. Solo se il contenuto non viene eliminato si può procedere con il blocco del sito.