Dopo le polemiche sul Locationgate, cioè il tracciamento della posizione degli utenti da parte dei telefonini Apple, con salvataggio dei dati sul medesimo telefonino, e le conseguenti accuse di violazione della privacy degli utenti, in molti paesi i rispettivi garanti per la privacy si sono mobilitati. Anche il garante italiano ha aperto un’istruttoria “sul caso segnalato da due ricercatori riguardo al nuovo sistema operativo di iPhone e iPad che terrebbe traccia di posizioni e movimenti dell'utente, registrando i dati sul cellulare o sul tablet”. “L'Autorità chiederà informazioni ad Apple e avvierà accertamenti tecnici tenendosi in contatto anche con altre Autorità europee per la privacy che si sono già attivate nei confronti della società di Cupertino”.
Adesso la Apple decide di rimediare alla situazione che potrebbe farsi anche pesante, e con la nuove versione del sistema operativo, iOS 4.3.3, elimina il file consolidated.db, cioè il file presente sull’iPhone che contiene i dati di geolocalizzazione e che è il vero pericolo per la privacy degli utenti, nonché la possibilità di esportare i dati verso iTunes, altra attività che poteva mettere in pericolo i dati in questione.
Ricordiamo che il problema non è dato tanto dal fatto che il telefonino registra questi dati, visto che dispositivi di geolocalizzazione sono ormai presenti su tutti i cellulari e su numerosi altri dispositivi, tipo i tablet, e che ovviamente prima dell’uso dell’applicazione il sistema chiede il consenso, quanto piuttosto il fatto che il file in questione venisse creato anche se la geolocalizzazione era stata disattivata. Se l’utente non vuole servirsi della geolocalizzazione e imposta in tal modo i parametri di privacy, ci si chiede a che scopo tracciare ugualmente la posizione dell’utente e salvarla in un file, con il rischio che possano essere letti da un terzo, anche un ladro eventualmente.
La Apple non ha voluto dare spiegazioni sul punto.
Stiamo parlando, per essere chiari, di dati che le compagnie telefoniche hanno sempre, ma per accederci serve un ordine di un magistrato, mentre nel caso specifico il salvataggio di questi dati sul telefonino o tramite iTunes rendeva possibile la lettura di questi dati da parte di terzi o la loro eventuale sottrazione.