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Mentre negli USA il piano Connecting America comincia a delinearsi nei suoi dettagli, in Italia il censimento delle famiglie online va a vuoto, troppo pochi gli italiani connessi. Il tentativo era dovuto, per la mancanza di fondi necessari a raggiungere casa per casa gli italiani, ma non ha avuto successo!
L’Italia, purtroppo, attende ancora la banda larga, l’innovazione nel campo delle tecnologie, mentre il resto del mondo va avanti e inanella nuovi traguardi in un settore, quello tecnologico, che farà la differenza nel futuro anche immediato.
Ci rammarichiamo del distacco economico, e non solo, da paesi come la Germania, poi verifichiamo che quest’ultima spende moltissimo (28%) per le tecnologie e l’innovazione, mentre noi italiani quasi nulla (8%). Ovviamente è un problema di miopia dei governi che si succedono, che non hanno un piano per l’alfabetizzazione informatica.
Mentre negli USA si investono 25 miliardi di dollari per lo sviluppo delle reti veloci, per connettere 100 milioni di case a 100 mega in download, in Italia il piano Romani, già di per sé limitato, rimane al palo, e gli si sottraggono i fondi. Una volta erano 1,4 miliardi, adesso sono rimasti solo 300, che poi sono quelli già stanziati dal precedente governo. Insomma, per l’Italia la tecnologia, la connessione alla rete, l’innovazione, non sembra una priorità.
L’amministrazione USA è convinta che la leadership in questo settore produca vantaggi enormi sia sul piano economico che quello lavorativo, e lo stesso accade nel resto d’Europa, dove si susseguono i piani per lo sviluppo, dove in alcuni paesi (Spagna e Finlandia, ad esempio) internet diventa un diritto per i cittadini, dove si cablano le case a più non posso. Si valuta che ogni euro investito nella banda larga ne produce almeno due di aumento di attività economica e di Pil, e che la banda larga, secondo le stime dell’Unione Europea, potrebbe portare un milione di nuovi posti di lavoro entro il 2015.
In Italia, però, non si fa assolutamente nulla, non si stanziano risorse, anzi si sottraggono anche quelle già precedentemente stanziate, e si lascia anche lo spettro radio, strategico per portare ovunque e velocemente la connessione alla rete, alle TV, blindato per i prossimi 4 anni. Rischiamo di aumentare il gap tra la nostra economia e quelle dei paesi europei.
La rivoluzione digitale nel resto del mondo passa attraverso vari mezzi, ad esempio attraverso il collegamento dei televisori alla rete. È un mezzo per consentire ai produttori di distribuire direttamente i loro prodotti, invece di dover scendere a patti ai grandi gruppi, che sono sempre meno e sempre più grandi.
Ma non è solo questo il punto, attraverso la rete si distribuisce di tutto ormai, anche i giornali si spostano gradualmente in rete, tanto che le campagne pubblicitarie si pensano prima per la rete e poi per gli altri media.
La rete è prima di tutto un luogo di comunicazione libero. Durante la guerra del Kosovo le informazioni arrivavano dalla rete, nonostante la censura dei serbi, tutto il mondo ha potuto apprendere della repressione in Iran grazie alla rete, al punto che le stesse televisioni utilizzavano i video e le immagini messe in rete dai cittadini. I blogger in Abruzzo hanno consentito di conoscere la situazione reale più di quanto le televisioni la raccontino, lo stesso Obama è diventato presidente grazie alla rete internet.
Lo sviluppo della rete è non solo necessario per l’economia, affinché l’Italia possa rimanere al passo degli altri paesi, ma anche per l’informazione, la cultura, la crescita sociale dei cittadini, perché solo un cittadino realmente informato e consapevole può essere in grado di fare scelte oculate per il futuro suo e del suo paese. In rete ogni opinione ha un valore, a prescindere dalla firma, e solo in rete, quindi, si può realizzare compiutamente una democrazia che vede ogni voto di ogni cittadino avere lo stesso valore, a differenza delle televisioni dove prevale solo chi ha i soldi o il potere per potersi permettere di partecipare ad una trasmissione.
L’Italia quindi non è online, solo il 42% degli italiani ha la connessione, e spesso di scarsa qualità, a differenza della media europea che è del 60%, e questa situazione è tanto più grave quanto più il resto del mondo procede sulla linea dell’innovazione. Il ritardo tecnologico che stiamo accumulando rischia di diventare incolmabile.
Il censimento è solo uno dei tanti esempi che ci ricordano come la rete internet possa non solo creare occupazione e fungere da volano per l’economia, ma anche far risparmiare tantissimi soldi: in Italia occorrono 590 milioni per il censimento, per raggiungere gli italiani casa per casa. Negli USA in questi giorni il censimento si fa online, via mail, con un risparmio di un miliardo e mezzo di dollari. Forse sarebbe il caso di cominciare a ripensare le priorità!