Marchio registrato e nomi a dominio

domain-nameLa sentenza n. 7135 del 20 maggio 2010, emanata dalla sezione specializzata in proprietà intellettuale e industriale del tribunale di Milano, può essere considerata importante sotto vari profili.
Innanzitutto ha posto un importante precedente nella questione del rapporto tra marchio registrato e nome a dominio.
Come ben sappiamo il Codice della proprietà industriale (art. 13 D.Lgs 30/2005) vieta di registrare come marchio una parola generica (come la parola “computer” che è indicativa di una intera categoria) in quanto è priva di capacità distintiva, e ciò è stato ribadito più volte dalla giurisprudenza italiana, ma è anche cosa acquisita in altri paesi.
Se però la parola generica viene rielaborata graficamente diventa un marchio grafico con capacità distintiva, e quindi è possibile proteggere tale rielaborazione, in quanto assume una sua precisa individualità. Però, se il marchio grafico (o anche marchio complesso caratterizzato dal fatto di essere formato da più parole o segni, delle quali una di questa dà al marchio la sua capacità distintiva) è registrabile la parola generica rimane sempre non proteggibile, per cui potrebbe comunque, nella sua forma di parola, essere utilizzata liberamente come nome a dominio, senza che vi sia alcuna violazione dei diritti del titolare del marchio grafico basato sulla stessa parola.


La sentenza in questione sostiene che se la parte descrittiva di un marchio complesso non può essere tutelata, la registrazione di un nome a dominio corrispondente a tale parte deve ritenersi lecita.

Da ritenersi estremamente interessante come il tribunale sia giunto a valutare la genericità dell’acronimo per il quale si dibatteva nel giudizio. Infatti, tale valutazione generalmente è basata sull’inserimento in dizionari o enciclopedie, inserimento che fa presumere la genericità o descrittività del termine. Ebbene, in tal caso il tribunale non ha utilizzato il classico vocabolario cartaceo, bensì la nota enciclopedia online Wikipedia. L’utilizzo di una enciclopedia online consente al giudicante di verificare in tempo reale o quasi le modifiche della lingua, a differenza di un dizionario cartaceo che, ovviamente, ha tempi decisamente più lunghi per il suo aggiornamento.
L’utilizzo di Wikipedia per la risoluzione di controversia giudiziarie ci sembra un fatto positivo, consentendo una maggiore tempestività ed ampiezza di contenuti, ed anche una straordinaria economicità.

L’ultimo elemento da rimarcare è che il tribunale di Milano ha ribaltato la decisione stragiudiziale di un servizio di giustizia privata accreditato presso il Registro dei domini .it, e questo non può, quindi, non aprire la strada a dei dubbi relativamente al sistema alternativo di risoluzione delle dispute in materia di nomi a dominio. Solo il ricorso alla magistratura, che è sempre una scelta più costosa anche in termini di tempo, e quindi non tutti possono sostenere, ha consentito di correggere l’errore che aveva portato l’esperto a riassegnare il dominio in oggetto.