Per l'enforcement sui brevetti Microsoft lascia la Germania

microsoft-motorolaUno dei motivi per i quali la Germania ha una forte economia è la sua capacità di attirare investimenti esteri, dovuta anche, ma non solo, ad una legislazione in materia di brevetti piuttosto favorevole per le aziende. Un argomento comune è che le aziende straniere sono più disposte ad investire in paesi con un regime di proprietà intellettuale, e quindi di brevetto, "forte".

Per le aziende, specialmente quelle tecnologiche, considerato che i prodotti di ultima generazione sono oggetto di migliaia di brevetti, è infatti fondamentale poter disporre di una normativa che consenta una rapida definizione delle controversie relative a presunte violazioni dei brevetti.
In tal senso la Germania, grazie ad una riforma del 2009, pare divenuta la mecca degli avvocati. Il mercato tedesco è ovviamente il più ricco d'Europa, per cui di per sé è il più appetito, ma c'è da annoverare anche il fatto che i tribunali tedeschi sono divenuti il campo di battaglia preferito per la lotta per la supremazia nei settori tecnologici, pensiamo agli smartphone.

I vantaggi sono numerosi, innanzitutto un processo in Germania non è costoso come negli USA, ma soprattutto vi sono tribunali specializzati in materia, con sezioni apposite che tendono ad attrarre sempre più giudici. La formazione specifica, a differenza della giurie, consente anche una maggiore possibilità di prefigurarsi l'esito del procedimento, con minore rischio di sorprese.
In particolare gli avvocati preferiscono Dusseldorf e Mannheim, per i loro tribunali specializzati in violazioni di brevetto. I giudici di altre città hanno infatti necessità di tempi più lunghi per le loro decisioni, proprio perché raramente si occupano di questa materia, e più spesso devono ricorrere a pareri esterni. Così Mannheim e Düsseldorf, ma anche Monaco, Francoforte e Göttingen sono divenuti i centri nevralgici per la risoluzione delle dispute brevettuali. Mannheim risulta il tribunale più veloce, con decisioni emesse in sei-otto mesi (qualche volta una udienza dura qualche ora, che sembra decisamente poco per una materia tanto complessa), ma in genere molti dei tribunali tedeschi in materia risultano più veloci della ITC americana (International Trade Commission) che può imporre ingiunzioni in materia di brevetti.

L'aumento significativo del contenzioso deriva, probabilmente, dalle norme che consentono a tutti i titolari di brevetti di ottenere in tempi brevissimi delle ingiunzioni per infrazioni in materia, la qual cosa è particolarmente appetita dalle aziende. Il sistema infatti prevede una duplicità di giudizi, uno veloce per le ingiunzioni, ed un altro per il merito della causa. Il sistema biforcato è attraente per le aziende in cerca di ingiunzioni, è solo nei casi in cui il brevetto è grossolanamente invalido che l'ingiunzione viene rigettata. Una volta ottenuta l'ingiunzione è possibile eseguirla anche in attesa del provvedimento definitivo, così bloccando la vendita del prodotto del concorrente.
In questo modo, come rileva l'esperto Florian Mueller, le nuove norme si prestano facilmente ad abusi, in quanto le ingiunzioni sono divenute un potente strumento che consente al titolare del brevetto di impedire un'effettiva concorrenza.

Negli altri paesi l'ingiunzione può essere negata per una serie di motivi, ad esempio perché il brevetto non è sfruttato, ma in genere si tende ad evitare che si possa bloccare la vendita di un prodotto concorrente per lungo tempo, in quanto tale situazione di per sé distorce il mercato favorendo il titolare del brevetto, al di là della decisione finale.
La Germania invece, risulta il paese preferito per le aziende che sono alla ricerca di un'ingiunzione. Di recente abbiamo avuto vari episodi di questo genere, come il blocco della vendita dei tablet Galaxy Tab 10.1 della Samsung, in quanto ritenuti imitazione degli iPad, oppure alcuni dispositivi mobili Apple bloccati da Motorola Mobility.
Nel primo caso la Samsung dovette produrre un tablet con caratteristiche, per lo più estetiche, diverse dall'iPad, nel secondo caso un tribunale superiore successivamente ha ribaltato la decisione preliminare.

Questi ed altri casi giudiziari simili hanno portato l'Unione europea ad evidenziare la dicotomia tra la promozione dell'innovazione tecnologica e la tutela dei diritti dei detentori dei brevetti, in particolare nei settori a rapida crescita come il mercato tablet e smartphone. I tribunali tedeschi, quindi, rimangono sotto i riflettori.
Il risultato dell'abuso in materia di brevetti è una perdita di posti di lavoro, il blocco dell'innovazione e il declino della crescita economica. E la posizione di leader economica della Germania determina un contraccolpo sull'intera economia europea. Infatti le aziende provano a conquistare il mercato tedesco, se non riescono a vendere in Germania ritengono inutile provare negli altri Stati europei. Le conseguenze si fanno sentire al punto che le autorità antitrust europee hanno iniziato a prendere una linea più dura sulle battaglie di brevetti tra le aziende tecnologiche, e la stessa Commissione europea ha recentemente emesso un severo ammonimento in relazione agli abusi dei brevetti in materia di telefonia, essendo necessari per la standardizzazione delle nuove tecnologie.

Partendo, quindi, dal presupposto spesso sbandierato che una tutela "forte" della proprietà intellettuale è essenziale per la crescita economica di un paese (serve ad attirare aziende estere), è quindi paradossale notare che di recente proprio il gigante Microsoft ha spostato in tutta fretta il suo centro di distribuzione dalla Germania ai Paesi Bassi. Il timore era che Motorola Mobility ottenesse una ingiunzione sui brevetti relativi al codec video H.264. Il tribunale di Mannheim, infatti, potrebbe emettere una decisione in due settimane, decisione che potrebbe portare al divieto di vendere Windows 7 e le tecnologie correlate (Explorer, Media Player...), e la console Xbox.
È da notare che nei Paesi Bassi la Apple si era vista rigettare una istanza di ingiunzione contro Samsung per gli stessi motivi per i quali i tribunale tedeschi la avevano concessa.
Secondo l'agenzia tedesca DPA (Deutsche Presse-Agentur), la Microsoft ha sottolineato che le questioni legali sono l'unico motivo per cui si sta spostando fuori dalla Germania. I posti di lavoro interessati sarebbero circa 50.

Questo episodio pone in evidenza il difetto fondamentale della tesi secondo la quale un sistema di tutela forte della proprietà intellettuale incoraggia gli investimenti esteri, in quanto è vero che una azienda può facilmente tutelare i propri diritti, ma alla lunga ci si accorge che tale "facilità" diventa un boomerang per le stesse aziende, che potranno essere bloccate da ingiunzioni dei loro concorrenti. Cosa accadrebbe se altre aziende seguissero la strada intrapresa da Microsoft?

Nei prossimi mesi il problema potrebbe acuirsi, poiché ci sono altri Stati europei che progettano di entrare in concorrenza con i tribunali brevettuali tedeschi, poiché molte città europee sono, o vogliono essere, in lizza per diventare la sede del tribunale europeo dei brevetti. Al momento in lizza ci sono Monaco, sede dell'ufficio europeo dei brevetti, oltre che quello tedesco dei marchi e del tribunale federale dei brevetti, Londra e Milano.