Negli ultimi tempi si fa sempre più serrato il dibattito concernente il diritto d’autore in rete, e in particolare le polemiche si accendono intorno al regolamento recentemente approvato e posto in consultazione dall’AgCom.
Molti si sono chiesti per quale motivo il diritto d’autore debba avere una regolamentazione diversa in rete rispetto alla realtà quotidiana, laddove l’industria dell’intrattenimento e le associazioni di categoria, tra le quali spicca la Siae, pongono l’accento sulla possibilità della rete di diffondere velocemente ed in maniera capillare i contenuti protetti dal diritto d’autore, determinando così, a loro dire, un danno decisamente maggiore rispetto a quanto si potrebbe ottenere nella vita reale.
Utilizzazioni libere
Al di là delle ovvie contrapposizioni, è però da evidenziare positivamente l’accenno posto nel suddetto regolamento sulle utilizzazioni libere previste dalla legge sul diritto d’autore, in quanto forse per la prima volta si pone l’accento sul fatto che il diritto d’autore non è un monolite giuridico, ma soffre di varie limitazioni che consentono l’utilizzo di opere pur protette da diritti, anche senza necessità alcuna di consenso da parte del titolare.
Al di là, infatti, dell’ambito strettamente giudiziario, dove si battaglia talvolta su tali eccezioni, in genere qualsiasi dibattito in merito al diritto d’autore è incentrato su un solo punto, e cioè che l’esistenza di un diritto in capo a qualche titolare determinerebbe indefettibilmente l’illiceità di qualsivoglia uso del contenuto in questione. Invece non è affatto così, e riprendendo l’accenno dell’AgCom nel regolamento sopra citato, conviene tracciare una breve analisi di tali utilizzazioni libere, anche per far comprendere compiutamente in quali condizioni è consentito l’uso di contenuti protetti.